CULTURA E TEMPO LIBERO

AREA Film | ARCHIVIO

The Boys (Serie TV)

Arrivata alla stagione 4, la serie tv di Amazon Prime creata dallo showrunner Eric Kripke si è imposta come un folle mix di nichilismo e di splatter esasperato che nasconde dietro l'ironia verso il mondo dei supereroi trasformati in star dei social dalle avide e onnipotenti corporation dello spettacolo una acuta satira sociale e politica sugli Stati Uniti e delle fascinazioni autoritarie e Trumpiane che ne hanno segnato (e forse segneranno) la contempraneità. Se siete disposti a sopportare eccessi fumettistici di violenza, teste e corpi che esplodono, sangue a fiumi troverete una delle serie tv più divertenti e politiche degli ultimi anni, smascheramento delle psicopatologia nascosta nel culto della personalità e nelle pulsioni fasciste

La Mala. Banditi a Milano (serie TV)

La miniserie in cinque puntate sy Sky "La Mala. Banditi a Milano" è senza dubbio uno dei migliori prodotti per la tv dell'anno. Una serie documentaristica basata sulle immagini di repertorio e le interviste dei protagonisti (quelli sopravvissuti) del periodo tra gli anni 70 e il 1984 in cui a Milano imperversavano la criminalità e gli omicidi, dove si confrontavano banditi spesso circondati da una aura mitica e romantica e poliziotti e magistrati in un clima grigio e feroce in cui come sempre dominavano i soldi e l'ostentazione. Il periodo dei Turatello, dei Vallanzasca, degli Epaminonda, in cui rapine, sequestri e omicidi erano all'ordine del giorno (e sullo sfondo le tensioni sociali e il terrorismo), ma anche del questore Serra, degli investigatori e della cronaca che raccontava quella stagione. Una ricostruzione efficace di un mondo che sembra così lontano da risultare incredibile ai nostri occhi.

Il problema dei tre corpi (Serie TV)

I due produttori di "Game of Thrones" hanno accettato la sfida di creare una altra serie tv che traspone un romanzo "impossibile". Questa volta si cimentano con la fantascienza hard (chiamata così perchè basata solidamente su teorie scientifiche e problemi fisico/matematici reali) dell'autore cinese Liu Cixin, da tempo apprezzato in Occidente (Barack Obama lo aveva inerito tra le sue letture preferite). Al di là della riuscita o meno del prodotto di Netflix, vi proponiamo un interessante confronto: dopo averla vista provate a vedere la serie cinese tratta dallo stesso lbro disponibile gratuitamente (con i sottotioli italiani). Non per amore di stranezza, ma perchè è un interessante confronto tra due approcci e culture che forse ci può dare qualche elemento per leggere il mondo attuale

Jonathan Glazer La zona di interesse

Film del 2023, presentato a Cannes (dove vinse il Grand Prix speciale della Giuria) e vincitore di due Oscar (miglior film internazionale e miglior sonoro) del regista inglese Jonathan Glazer, "La zona di interesse"è una esperienza agghiacciante. Con una inquietante rigore formale descrive la normale vita quotidiana, tra gite con i bambini e cura del giardino di una famiglia tedesca divisa tra la cura della casa e il quotidiano lavoro del marito. Il lavoro però è quello di direttore del campo di concentramento di Auschwitz, che non vediamo mai direttamente ma di cui si sentono i terribili suoni appena al di là del muro di cinta della villetta borghese in cui vivono. Un terribile ritratto della banalità del male.

Wim Wenders Perfect Days

Wim Wenders ritorna dopo lungo tempo con un film "giapponese" (al Giappone è molto legato, dalla sua ammirazione verso regista nipponico Ozu che ha portato alla realizzazione nel 1985 del documentario "Tokio Ga") . E' un film delicato e affacinante, che riesce ad appassionare nonostante non succeda praticamente nulla, se non le piccole cose della vita di un addetto alla pulizia dei (bellissimi) bagno pubblici di Tokio. Una vita semplice e ripetitiva, scandita da piccole ritualità, semplici passioni e da un distacco dal mondo che non esclude ma amplifica la compassione per le vite degli altri. Pur non esente da una certa ruffianeria, rimane la bellezza (e forse la necessità per i nostri tempi) di un film che è inno alla gentilezza e alla misura.

Ridley Scott Napoleon

Un film su Napoleone è probabilmente il sogno e la sfida di ogni regista (basta citare che a lungo Stanley Kubrick ha lavorato a questo progetto). E potersi cimentare con questa figura è forse un diritto che l'ottantaseienne regista britannico Ridley Scott si è conquistato sul campo. Una filmografia sterminata e varia la sua, che alterna capolavori assoluti e opere del tutto irrilevanti e che proprio con il racconto di una sfida guerresca ed esistenziale tra due soldati al seguito di Napoleone aveva brillantemente esordito ("I duellanti"). Ne è valsa la pena? Certamente la sua esperienza registica ci dà ambientazioni e scene di battaglia di rara bellezza ed efficicacia. Ma oltre a questo non molto rimane alla fine.