CULTURA E TEMPO LIBERO

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Il problema dei tre corpi (Serie TV)

I due produttori di "Game of Thrones" hanno accettato la sfida di creare una altra serie tv che traspone un romanzo "impossibile". Questa volta si cimentano con la fantascienza hard (chiamata così perchè basata solidamente su teorie scientifiche e problemi fisico/matematici reali) dell'autore cinese Liu Cixin, da tempo apprezzato in Occidente (Barack Obama lo aveva inerito tra le sue letture preferite). Al di là della riuscita o meno del prodotto di Netflix, vi proponiamo un interessante confronto: dopo averla vista provate a vedere la serie cinese tratta dallo stesso lbro disponibile gratuitamente (con i sottotioli italiani). Non per amore di stranezza, ma perchè è un interessante confronto tra due approcci e culture che forse ci può dare qualche elemento per leggere il mondo attuale

Jonathan Glazer La zona di interesse

Film del 2023, presentato a Cannes (dove vinse il Grand Prix speciale della Giuria) e vincitore di due Oscar (miglior film internazionale e miglior sonoro) del regista inglese Jonathan Glazer, "La zona di interesse"è una esperienza agghiacciante. Con una inquietante rigore formale descrive la normale vita quotidiana, tra gite con i bambini e cura del giardino di una famiglia tedesca divisa tra la cura della casa e il quotidiano lavoro del marito. Il lavoro però è quello di direttore del campo di concentramento di Auschwitz, che non vediamo mai direttamente ma di cui si sentono i terribili suoni appena al di là del muro di cinta della villetta borghese in cui vivono. Un terribile ritratto della banalità del male.

Wim Wenders Perfect Days

Wim Wenders ritorna dopo lungo tempo con un film "giapponese" (al Giappone è molto legato, dalla sua ammirazione verso regista nipponico Ozu che ha portato alla realizzazione nel 1985 del documentario "Tokio Ga") . E' un film delicato e affacinante, che riesce ad appassionare nonostante non succeda praticamente nulla, se non le piccole cose della vita di un addetto alla pulizia dei (bellissimi) bagno pubblici di Tokio. Una vita semplice e ripetitiva, scandita da piccole ritualità, semplici passioni e da un distacco dal mondo che non esclude ma amplifica la compassione per le vite degli altri. Pur non esente da una certa ruffianeria, rimane la bellezza (e forse la necessità per i nostri tempi) di un film che è inno alla gentilezza e alla misura.

Ridley Scott Napoleon

Un film su Napoleone è probabilmente il sogno e la sfida di ogni regista (basta citare che a lungo Stanley Kubrick ha lavorato a questo progetto). E potersi cimentare con questa figura è forse un diritto che l'ottantaseienne regista britannico Ridley Scott si è conquistato sul campo. Una filmografia sterminata e varia la sua, che alterna capolavori assoluti e opere del tutto irrilevanti e che proprio con il racconto di una sfida guerresca ed esistenziale tra due soldati al seguito di Napoleone aveva brillantemente esordito ("I duellanti"). Ne è valsa la pena? Certamente la sua esperienza registica ci dà ambientazioni e scene di battaglia di rara bellezza ed efficicacia. Ma oltre a questo non molto rimane alla fine.

Emma Dante Misericordia

Emma Dante e’ una grande registra di teatro. I suoi spettacoli mettono in scena fiabe o ricordi personali con uno stile molto originale: poco peso ai dialoghi, spesso in dialetto siciliano, e molta importanza alle invenzioni visive, talora proprio sorprendenti, che incantano lo spettatore con la loro forza espressiva. Emma Dante valorizza sulla scena la corporeità dell‘ attore, non di rado caratterizzato da deformità o violazioni dei canoni. Piacciono ad Emma i corpi denutriti o sovrappeso o devastati dalla vecchiaia. Talvolta Emma Dante traduce i suoi spettacoli in films, non filmando quanto avviene sul palcoscenico, ma riadattando la storia ad un mezzo espressivo diverso. Così nasce anche "Misericordia"

Martin Scorsese Killers of the Flower Moon

Ai grandi maestri si perdona tutto. Anche far durare un film almeno mezz'ora (forse una ora) più del necessario, perlopiù in spregio alle produzioni Marvel e alla serialità televisiva. Li si perdona non solo perchè suscitano venerazione per quanto hanno fatto nella storia del cinema, nè solo per il loro controllo del linguaggio cinematografico che non può che deliziare gli occhi. Li si perdona perchè sono dei grandi narratori, che si impegnano senza semplificazioni e schematismi moraleggianti con i momenti fondativi di epoche e nazioni. Non sempre alla stessa altezza dei capolavori che hanno fatto, ma con la capacità di creare epopee in cui la banalità del male e la natura umana viene scandagliata in prodotti di grande qualità.