CULTURA E TEMPO LIBERO

AREA FILM | ARCHIVIO

Adagio
Stefano Sollima


Sono gli epigoni della Roma marcia e corrotta che Sollima aveva iniziato a descrivere nel suo esordio registico con la (bellissima) serie TV di "Romanzo Criminale". quelli che Sollima mette in mostra nel suo film "Adagio" (con un chiaro riferimento al tempo musicale scelto per il ritmo del film) Sono gli epigoni della banda della Magliana, i piccoli calibri sull'orlo della morte che si macerano sui tempi andati e i tradimenti subiti. La vicenda del figlio di uno di questi, caduto nel ricatto di carabinieri ancora più corrotti e spietati rimette in moto le loro antiche pulsioni in una cupio dissolvi che troverà un barlume di speranza solo nella fragilità e ingenuità dei figli. Il tutto ambientato in una Roma circondata da minacciosi incendi, ritratta come una sorta di "Los Angeles ma con i monumenti" che sembra destinata a sprofondare nel caos e nel marciume. E se ci sono sequenze memorabili (bellissimo vedere la stazione Tiburtina diventare una Grand Central Station in salsa capitale) e riflessioni dolenti sulla fine di un mondo, che può ritrovare un suo senso solo nella protezione genitoriale dei figli, rimane però al fondo una sensazione di mancanza di spessore, un certo scivolamento verso il macchiettistico (non cos+ nei film americani di Sollima). Forse è veramente Roma che corrompe tutto (si scherza). Vale la pena vederlo, ma il retrogusto di delusione rimane.