CULTURA E TEMPO LIBERO

AREA LIBRI | ARCHIVIO

Ferrovie del Messico
Gian Marco Griffi


Un romanzo picaresco in cui si affastellano personaggi più o meno strampalati, ambientazioni storiche, allegorie, digressioni erudite, sovrapposizioni di piani temporali diversi, registri linguistici e invenzioni da neo-lingua di memoria gaddiana, il tutto con una ironia divertente e spesso efficace nella descrizione della stupidità del potere e più in generale dell'umanità.Lo scheletro narrativo è fornito dalla storia del protagonista, un giovane milite della Guardia Repubblicana ferroviaria (siamo ad Asti durante nella Repubblica di Salò) che afflitto dal mal di denti e dalle vicende amorose si trova invischiato nella kafkiana situazione di dover obbedire ad un ordine che arriva direttamente dalla Germania e dal Fuhrer stesso: redigere una mappa delle ferrovie del Messico per riuscire a trovare una "arma finale" di cui parla un libro evidentemente allegorico. Certamente il libro è divertente, a volte delizioso, ma l'impressione è che l'autore lo abbia sovraccaricato. La sequela di aggettivazioni che si moltiplicano fino all'eccesso sembra più uno sfoggio di virtuosismo letterario che sostanza. Le invenzioni linguistiche e gli scarti narrativi un gioco pirotecnico che a volte rende la magia, a volte risulta fine a se stesso e inutile.
Non ci piace fare dell'ironia su un libro che pure ha i suoi pregi, però ci verrebbe da parafrase una vecchia canzone di Carosone e dire "Tu voi fà il sudamericano..." tanto esplicito è il rimando a quel mondo letterario (ma forse questo è il difetto di lettura che non ce lo fa apprezzare fino in fondo: Se continui a paraganarlo a Bolano, a cui ovviamente rimanda, non si può che rimanere delusi)

Per chi ama l'audiolibro potete ascoltare il libro letto da Francesco Villano sul sito di RadioRai: https://www.raiplaysound.it/audiolibri/ferroviedelmessico