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Post Mortem
I Cani


Il solo fatto di iniziare il disco con un dialogo (in russo) dal film "Stalker" di Tarkovskij Niccolò Caressa (alias "I cani") ci conquista e gli concediamo un premio per la non banalità del percorso. Una riflessione esistenziale sempre più dark e nevrotica, infarcita di citazioni filosofico-letterarie e quotidianità alienata, una messa in musica dello smarrimento di senso del vivere in sonorità più post-punk elettronico, spesso lugubri e incalzanti, che leggerezza indie a cui ci si aggrappava nei dischi precedenti. I rimandi sonori sono più a gruppi come Subsonica e Bluvertigo (allargando lo sguardo all’estero possiamo forse azzardare nomi come Cure e Joy Division, con le dovute proporzioni?) per lasciare spazio solo sul finale a qualche schitarrata cantautoriale. Ma se a volte si indulge in qualche intellettualismo di maniera, non si può negare che il risultato ha la sua forza e una qualche rilevanza in un panorama musicale sempre più votato alla banalità, Uno sguardo caustico e ironico, sulla vita contemporanea che serve come il pane nella vita contemporanea che sembra affogare nella confusione di senso e nell’alienazione.