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Il maestro e Margherita
Michael Lockshin
Il film doveva essere una grossa coproduzione tra finanziatori russi, europei e americani. Una major americana (la Universal Pictures) che ne aveva garantito la distribuzione. Il regista scelto era di origine americane, cresciuto in Unione Sovietica (figlio di una coppia di scienziati fuggiti dalla Russia negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni ma poi tornati in Unione Sovietica dopo essere stati inseriti nelle liste nere del maccartismo per le loro simpatie comuniste) e poi tornato a lavorare in America. La invasione dell'Ucraina ha messo fine a queste collaborazioni e la produzione del film è diventata incredibilmente complessa. Alla fine è stata prodotta interamente con i soldi russi, ma grazie alle posizioni critiche verso la guerra e Putin del regista, si è scatenata contro di esso la propaganda e i tentativi censori dei nazionalisti e del regime. Questo non ha impedito al film di diventare uno dei maggiori successi di botteghino russi di tutti i tempi, con lunghe file nelle sale cinematografiche per ogni proiezione. Il romanzo di Bulgakov è sicuramente quello più amato in Russia, chiunque ne sa citare qualche parte e questo sicuramente è stata la spinta di una tale popolarità, probabilmente più del messaggio antiautoritario e antistalinista che ne costituisce il nucleo più sostanzioso (e le critiche al sistema sovietico/stalinista non possono che trovare un parallelo odierno con l'autoritarismo putiniano).
Michael Lockshin
usa i diversi piani temporali e narrativi di Bulgakov rimescolandoli e spettacolarizzandoli hollywoodianmente, ma riesce a rendere la carica immaginifica e dissacratoria del romanzo centrandolo sulla storia romantica tra Margherita e il Maestro perseguitato in cui l'amore diventa la forza catalizzatrice e sovversiva che fa esplodere il mondo grigio della censura burocratica e il grigiore dispotico in un immaginifico caleidoscopio di effetti speciali (talvolta fino eccessivamente spettacolarizzati)) fino alla visione fiabesca di Mosca in fiamme. Certo nonostante la potenza visiva il film non può che essere una semplificante rispetto al libro, l'amore tra il Maestro e Margherita virare verso il melò, le allegorie vengono razionalizzate per renderle filmiche e quindi la frammentazione narrativa del romanzo viene inevitabilmente linearizzata e quindi impoverita. Tuttavia un pò della magia nera del diavolo Woland si insinua nella pellicola, facendone una opera interessante e, con le difficoltà del caso, la rende la miglior versione cinematografica di questo capolavoro letterario russo.