CULTURA E TEMPO LIBERO

AREA LIBRI | ARCHIVIO

Le ragioni del sangue
Tom Wolfe (Mondadori)


Tom Wolfe (Il falò delle vanità, Radical chic, Un uomo vero, Io sono Charlotte Simmons tra gli altri) sostiene che i moderni scrittori statunitensi sono diventati sterili e irrilevanti perché hanno smesso di guardare il mondo.

Difficilmente questo si potrà dire di Wolfe, ma ciò non è necessariamente un bene: Le ragioni del sangue è un meccanismo perfetto, a orologeria, apparentemente immerso nella realtà, ma lo scorrere fluido e maestoso della narrazione, a tratti esilarante, lascia presto spazio a un'inquietudine, a una domanda che nasce sottotraccia e diviene via via più insistente: "Che l'abbia già letto, questo libro?".

Come ogni Tom Wolfe che si rispetti, infatti, Le ragioni del sangue si apre con un piccolo/grande "incidente", questa volta razziale, non abbastanza importante da costituire lo spunto con la S maiuscola di cui Wolfe ha bisogno per far funzionare le cose, ma comunque rivelatore dello sguardo odierno dell'autore: il direttore molto "wasp" del Miami Herald incappa in una maleducatissima (e sexissima) "nouvelle riche" cubana che, nel parcheggio di un ristorante molto in voga, sottrae in malo modo alla moglie il posto auto tanto agognato, e a lui la poca considerazione "mascolina" di cui la consorte ancora lo gratificava. Nel prosieguo del racconto, le occasioni di attrito/scontro tra le comunità saranno moltissime, accese appunto dalle "ragioni del sangue"; Miami è infatti teatro di un continuo confronto tribale tra la trionfante comunità cubana e tutti gli altri, e in questa tematica troviamo il nucleo fondante del romanzo.

L'immergersi dell'autore nel mondo appare, però, un esercizio di virtuosismo piuttosto fine a se stesso, e parecchio ripetitivo ed enfatico. I personaggi spesso faticano a trovare una loro dimensione che superi il macchiettismo funzionale alle tesi che l'autore vuole esporci (ad ogni pagina, diremmo): il "melting pot" ha fallito, allo stesso modo come l'istruzione superiore e la selezione delle classi dirigenti del domani sono una ridicola farsa (Io sono Charlotte Simmons), così come la convivenza tra ricchi e meno abbienti non funziona (Il falò delle vanità), così come la stampa esiste solo per distorcere la realtà, così come la liberazione sessuale negli adolescenti conduce a comportamenti agghiaccianti (Hooking Up) e così via.

Intendiamoci: il romanzo è godibilissimo, e difficilmente lo metterete giù senza averlo finito, ma la sensazione che il suo nucleo fondante si risolva infine in poche pagine e idee già mille volte esposte è difficile da mettere a tacere.