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Pink Floyd at Pompei - MCMLXXII
Adrian Maben (Sony Music)
Un concerto dal vivo astratto e detemporalizzato, senza pubblico, in una atmosfera surreale ed evocativa come le solitarie rovine di Pompei, in cui sono stati portati gli strumenti sonori tecnologicamente più avanzati dell'epoca (i sintetizzatori, gli enormi amplificatori neri che si stagliano come il monolite di "2001. Odissea nello spazio") ma anche quelli arcaici e religiosi come i gong suonati da Roger Waters stagliato sul tramonto. Una essenzialità potente che concentra tutto sulla musica e il trascendimento dello spazio-tempo. I Pink Floyd diventeranno il gruppo più scenografico e visivo degli anni a venire (pensate ai concerti di "The Wall" o "Animals"). Ma qui li vediamo nella fase decisiva di passaggio dalla prima versione del gruppo (dominata dalla psichedelia di Syd Barret) attraverso gli esperimenti di "Ummagumma", "Atom Heart Mother" e "Meddle"- E il concerto dal vivo è inframezzato dalle interviste e spezzoni del gruppo immerso nella registrazione degli Studios a Londra di quello che diventerà il disco più venduto della storia del rock: "The dark side of the moon" (e vederli nelle loro incertezze creative ancora non consci di sfornare il loro capolavoro assoluto è veramente interessante). Il cinema diventa una capsula che viaggia nel tempo, riportandoci come in un trip lisergico ad una epoca di ineguagliata creatività