CULTURA E TEMPO LIBERO

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Animali Selvatici
Christian Mungiu


Il titolo originale del film è R.M.N. (Risonanza Magnetica Nucleare, quella a cui si sottopone il padre del protagonista, che mostra impietosamente i segni di disordine cerebrale, ma anche lo scheletro consonantico di Romania, dove il film è ambientato e da dove proviene il regista). E forse il film stesso è un Risonanza magnetica a cui il regista sottopone la situazione cerebrale del suo paese (e dell'Europa intera) per rilevarne il disordine evidente, Regna la incapacità di creare un discorso umano, morale e politico coerente e positivo. E' il caos che regna sovrano nel film, sottolineato dalla sovrapposizione di molti piani narrativi che si sovrappongono e si perdono senza risoluzione, una somma di tensioni sempre sul punto di spezzarsi concretizzate con un montaggio filmico spezzettato e vibrante. Il ritorno in Romania di un emigrato costretto a fuggire dalla Germania in cui lavora per aver picchiato un capo-reparto che lo apostrofa come "zingaro" ma che rifiuta di prendere posizione quando nel piccolo paesino in cui convivono tra tensioni non sopite etnie diverse (rumeni, ungheresi, tedeschi) che si vanta di aver cacciato gli zingari entra in crisi all'arrivo di un gruppo di lavoratori immigrati. La modernità europea si declina nel paradigma dell'accettazione dell'immigrato nel nome dela lavoro a basso costo ma si scontra con le pulsioni razziste della gente comune. A questa crisi si intrecciano I rapporti amorosi e genitoriali improntati ad una mascolinità se non tossica almeno menefreghista e patriarcale, la pochezza della politica e della religione a fornire risposte sia sul piano personale che sociale, una incomunicabilità di fondo (rappresentata dal mutismo ostinato del figlio spaventato da un evento premonitore di tragedia che ha visto nel bosco) a cui si tenta di porre rimedio con le tradizionali imposizioni di ruolo. Una tensione di desideri, frustrazioni, esigenze materiali e di riconoscimento caotica e senza risposte che fa riemergere la natura ferina e animale dell'umanità. Forse il reale non è razionale (per parafrasare qualche grande filosofo), e quegli animali selvatici che riempiono le paure ataviche degli uomini (e le cui rappresentazioni compaiono in un finale oscuro ed allegorico) siamo proprio noi umani.