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La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire


Bompiani pubblica finalmente la raccolta di quasi tutti gli scritti di Fran Lebowitz, corredata da due interviste (una americana del 1993 e una inedita e telefonica del traduttore del libro Giulio D’Antona del 2021). Difficile definire cosa sia Fran Lebowitz, se non che si tratta di un personaggio profondamente ed indissolubilmente newyorkese.

Approdata nella città dal New Jersey nei primi anni ’70 (convinta, come dice lei stessa, di essere una intellettuale solo per il fatto di esser stata espulsa dalle scuole superiori), in quel momento magico della metropoli che tra degrado e delinquenza vive la sua stagione più creativa e diventa il fulcro della cultura mondiale. Inizia, mentre fa svariati lavori (tra cui la taxista) a scrivere per varie riviste, tra cui Interview di Andy Warhol (con cui dice di non aver mai avuto un buon rapporto. “Le cose sono andate meglio dopo che è morto”, afferma) e scrive di tutto, Di cinema, di teatro, di costume, di moda, di politica, di mondanità, di letteratura, di design, di mercato immobiliare e di abitudini metropolitane. E qui sviluppa il suo talento maggiore: quello di avere una opinione letteralmente su ogni cosa succeda (principalmente nella sua città ma anche nel mondo).

Dopo aver pubblicato un paio di libri di successo viene colta nel 1981 dal “blocco dello scrittore” e non pubblicherà più nessuna opera. Si dedicherà invece a fare l’opinionista e la conferenziera, raccogliendo grande successo per il suo humor sarcastico, corrosivo e impietoso. Una versione intellettuale di “stand-up comedian”, in pratica, anche se molto più frammentaria e disorganizzata. La sua ironia tagliente, i punti di vista “eccentrici” e la capacità di irridere tutto e tutti la rende una celebrità come “la donna più divertente d’America”. Così la definisce Martin Scorsese che per coronare il lungo periodo di complicità e amicizia, dedica a Fran Lebowitz un documentario (“Public Speaking”) e una mini-serie che potete trovare su Netflix (e sicuramente vi darà una idea del personaggio): “Una vita a New York” (traduzione non proprio azzeccata del più divertente originale “Pretend it’s a city”, che si può rendere come “Fate finta che sia una città!”).

Certo, alla lunga seguire le sue idiosincrasie, il suo rifiuto della attualità e la nostalgia dei bei tempi andati quando tutto era più interessante, le sue taglienti e spesso supponenti sentenza può risultare stucchevole. Però troverete un sacco di cose divertenti e di punti di vista non comuni che vi divertiranno e vi daranno spunti di riflessione non banali. Vale la pena di “frequentare” l’anticonformista Ann Lebowitz. Almeno per un po’. E Bompiani ci ha offerto meritoriamente questa possibilità.

Fran Lebowitz
La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire

traduzione di Giulio D’Antona
prefazione all’edizione italiana di Simonetta Scandivasci

Bompiani
2021, pp. 240