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Horses

Patti Smith | Legacy/SonyBmg

Elgin Avenue Breakdown

Nel mare di ristampe, spesso messe insieme con logiche tutt'altro che comprensibili, la celebrazione dell'anniversario di Horses, esattamente a trent'anni dalla sua uscita suscita una serie complessa di suggestioni. è come se Patti Smith avesse sfidato il tempo, nel 1975: non che abbia vinto, ma continua a farlo, ad alta voce, senza paura, con una carica che definire magnetica è poco. La prima curiosità è strettamente discografica. Horses uscì per una neonata Arista, fondata da Clive Davis (un manager della Columbia che lavorò con Miles Davis, Bob Dylan e Bruce Springsteen, "l'uomo dalle orecchie d'oro" come lo chiamavano quelli di Billboard) poi accorpata alla BMG. Trent'anni dopo esce per la Legacy, un'etichetta della Columbia nel frattempo comprata dalla Sony e a sua volta aggregata alla BMG. In questo vortice di fusioni (che è un eufemismo per fallimenti), Patti Smith sembra essere rimasta lì, al suo posto, perché, come diceva qualcuno, l'artista, in definitiva, resta immobile nel tempo. Sembra questa la sua vocazione e, per estensione, quella di Horses che infatti è qui riproposto in due versioni. Quella originale, nella versione rimasterizzata nel 1996, con l'aggiunta di My Generation, è un capolavoro e uno dei dischi più importanti del rock'n'roll. In aggiunta l'intero Horses rifatto, passo per passo, dal vivo in occasione del Meltdown Festival di Londra quest'estate. Strepitoso.

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