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Still Got Dreams

Mandolin’ Brothers | Fortuna Records

Elgin Avenue Breakdown

In (quasi) trent’anni di carriera, i Mandolin’ Brothers hanno collezionato sì e no un paio di dischi e non perché non sappiamo cosa dire o come fare, ma perché si tratta di veri music lovers per cui suonare è un’arte e una via di fuga nello stesso tempo, per cui se va fatta, bisogna farla bene. La bellezza di Still Got Dreams si spiega così: con la cura artigianale e certosina dei suoni, più naturali dell’aria della pianura, e con un gusto che arriva da sterminate collezioni di dischi e da una rinnovata curiosità. Non c’è solo rock’n’roll in Still Got Dreams c’è anche il Vietnam e la guerra di Saigon direttamente dall’incubo di Apocalypse Now e gioca sulla confusione tra un Delta e l’altro che è alla base della canzone. Prima sorpresa del disco, che viene seguita dalla fisarmonica (molto europea) che apre la dedica dylaniana di Went To See The Poet. Anche qui i Mandolin’ Brothers giocano a mischiare le carte in tavola aggiungendo alla fisarmonica una squillante chitarra acustica. L’intreccio tra le passioni americane e gli arrangiamenti spostati verso l’Europa è la vera novità nella lunga carriera dei Mandolin’ Brothers ed è anche una nota originale, e molto personale, capace di proiettarli verso ipotesi e orizzonti fin qui inaspettati. Consigliatissimo, anche perché i loro avvocati si chiamano Zimmerman e Ginsberg, gente che sa come si difendono i sogni da quella brutta roba che è la realtà.

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