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Second Hand

Michael Zadoorian | Marcos Y Marcos

Richard ha una bottega in cui ricicla e vende oggetti di seconda mano. Per lui è qualcosa in più di un lavoro: è un passione, è uno stile di vita e un modo per affrontarla. La sua filosofia è piuttosto chiara: "Sono convinto che quando possiedi qualcosa che è appartenuto a un'altra persona, stabilisci un contatto segreto con lei, con il suo passato. È un modo per toccare una persona senza incasinarsi con i sentimenti. Ecco cosa rappresentano gli oggetti di seconda mano, per me. Ma ovviamente ci sarà sempre gente che si domanderà solo se quelle mani fossero lavate come si deve". Un giorno nel suo negozio piomba Theresa e le sue certezze, di prima e seconda mano, vacillano nei gorghi di una storia d'amore tormentata e frammentaria. Molto dipende dalle idiosincrasie di Richard che si sente bloccato "nel futuro, senza un indizio". Un po’ dipende anche dagli umori volubili di Theresa, che soffre insonnia e incubi dovuti a un lavoro improbabile. La love story indicata a chiare lettere dal sottotitolo (una rarità, ormai) procede a scatti e va su e giù con le bizze dei due protagonisti, ma Michael Zadoorian riesce a costruirgli attorno l'idea di un romanzo divergente, che fugge l'ovvietà e la banalità, magari frugando tra qualcosa destinato altrimenti a diventare spazzatura, però cercando un proprio codice personale, quasi un'ecologia dell'identità.
 

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