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L'artiglio del leopardo

Robert Wilson | Meridiano Zero

 

   

Esattamente come si sviluppano le tante storie che s'intersecano sullo sfondo di una tormentatissima Costa d'Avorio, con lunghi momenti di calma apparente e poi feroci esplosioni di violenza e di sangue annodati nella stessa spirale, così L'artiglio del leopardo si avvita per gradi, stringendo sempre di più la presa su un'Africa torbida e complessa, dilaniata tanto faide tribali quanto dagli innumerevoli interessi di vecchi e nuovi colonizzatori. Seguendo passo per passo il protagonista, Bruce Medway, si sprofonda lentamente in un mondo dove la legalità è relativa (ovvero inesistente), le regole sono dettate dalla street life (vince chi è più veloce, più attento, più armato) e dove la notte regna sovrana. Bruce Medway, a suo modo, sembra portato per essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Trova un incarico che qualunque fattorino avrebbe svolto senza fiatare (doveva consegnare una cassetta) e si ritrova implicato in una serie di omicidi. Accetta di fare la guardia del corpo, o quasi, di un giovane e aitante trafficante di diamanti e glielo rapiscono (diamanti compresi) con una perfetta azione di guerra. Nel frattempo l'Africa dei diseredati e dei loser diventa quella dei trafficanti e dei mercenari, poi quella delle guerre civili e tribali, alimentate da interessi che sono tutto meno che africani. Come già in Strumenti delle tenebre , il noir africano di Robert Wilson suona molto realistico, intenso e credibile.

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