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La veglia inutile
Nadeem Aslam | Feltrinelli
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Nella casa di Marcus Caldwell, nell'epicentro di un
Afghanistan in cui la guerra è ormai una presenza endemica i
libri sono inchiodati al soffitto. Quelle pareti, se potessero
parlare, racconterebbero secoli e secoli di passaggi, di
atrocità e di speranze, di misteri e di piccoli e faticosi gesti
quotidiani, di spettri e di fuggitivi che, quasi attirati da uno
snodo magnetico, si sono avvicinati dalle più lontane asperità
del deserto e da tempi segnati dalle invasioni straniere e dai
conflitti tribali. Dall'invasione sovietica ad oggi, ma ancora
prima con l'occupazione britannica e con le guerre tribali e via
via fin alla notte dei tempi l'afghanistan è un luogo, uno
spazio, forse anche una condizione in cui "le guerre di domani
potrebbero essere generate dalle guerre di oggi, esserne una
continuazione" e dove massacri, torture, devastazioni sono tali
da rendere la paura palpabile anche attraverso le parole. Così
per questi cinque personaggi in cerca di un nome da dare alla
loro sopravvivenza scelgono il destino, che "è la parola più a
portata di mano quando non si conosce il nome del distruttore o
della cosa distruttiva" ed è proprio così che il rosario di
storie, ricordi, drammi e fantasmi sgranato da Lara, David,
James, Casa e Marcus si trasforma, nella florida scrittura di
Nadeem Aslam, in un romanzo bello, complesso, intenso e
doloroso.