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La Bibbia al neon

John Kennedy Toole | Marcos Y Marcos

Bibbia al Neon

C'è una guerra (c'è sempre stata una guerra) e un padre, un marito che non tornerà più, in una small town che è anche un'infinitesima porzione dell'american dream. La monotonia della provincia, la scuola e il lavoro, gli uomini e le donne, la mainstreet e gli angoli in ombra, il primo appuntamento e l'ultimo addio formano la geografia spicciola in cui vivono i personaggi de La Bibbia al neon, primo e toccante romanzo di John Kennedy Toole. Succede poi che la guerra finisce ("Sul giornale c'erano dei titoli alti una spanna e il droghiere ha distribuito gratis dei mortaretti che tutti hanno fatto esplodere sul Corso. Era estate e faceva molto caldo. D'estate non c'era una bava di vento. L'aria era ferma e torrida. Io mi sono seduto in veranda a sentire gli scoppi che arrivavano da tutta la valle e persino dal capoluogo della contea. Quando è venuto buio, giù in città si sono accese le luci, meno che nelle case dove, come da noi, qualcuno era morti in guerra") e in attesa di quella successiva (che non manca mai) sono altri gli eventi che movimentano la vita cittadina.
All'inizio, tra una canzone cantata a squarciagola e una predica open air, sembra che tutto rientri nell'ambito del folklore, ma i personaggi di John Kennedy Toole coltivano la tendenza ad andare fino in fondo e, come poi in Una banda di idioti, la commedia si risolverà in una dramma. Senza pietà, molto credibile e, come dire, molto americano.

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