Attraverso una dettagliata ricognizione del materiale d'archivio dell'FBI,
ma anche della Casa Bianca, Un ribelle senza causa ricostruisce
l'ambiguo rapporto tra Elvis e l'establishment americano, dai suoi
molteplici tentativi di accreditarsi come agente federale allo storico
incontro con il presidente Nixon, immortalato nella copertina, fino al
mancato appuntamento con il direttore dell'FBI, John Edgar Hoover. Oltre
a rivelare le ambiguità e le contraddizioni della personalità e dei
comportamenti di Elvis, questi documenti mettono in mostra quella
"corte dei miracoli" che si sviluppa attorno alla vita di una rock'n'roll
star. Complotti, minacce di morte, attribuzioni di paternità, estorsioni
e millantatori di ogni genere che, da Elvis in poi, diventarono una sorta
di status symbol aggiuntivo all'identità stessa della rock'n'roll star.
Ribelle senza causa, con un'introduzione di John Delmonico (che scrive:
"Elvis non è un fantasma. È sempre stato un sogno, il sogno ricorrente
del ventesimo secolo, quello di diventare una rock'n'roll star) completa
un'ideale trilogia della collana Distorsioni sulle attività incostituzionali
delle agenzie segrete americana, cominciata con Dimmi la verità di Jon Wiener,
dedicato ai dossier dell'FBI su John Lennon e proseguita poi con I giorni del
caos dello stesso John Delmonico, dedicato ai dossier dell'FBI e della CIA
sul leader dei Doors, Jim Morrison.
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