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Blue movie

Terry Southern | marcos y marcos

L'idea di partenza è una battuta di Stanley Kubrick, a cui Terry Southern ha dedicato il romanzo ed è relativa alla realizzazione di un film pornografico con i mezzi straordinari di Hollywood e dintorni. Suggestione a cui Terry Southern ha dato forma attraverso l'armata Brancaleone di Blue Movie: tra registi visionari e produttori sull'orlo di una crisi di nervi, location improvvide e uso e abuso di sostanze stupefacenti, prende forma una sottile metafora di quell'universo parallelo che è Hollywood.
Certo, il delirio fantasmagorico su cui si regge il ritmo, il divertimento e tutto il caos di Blue Movie non ha, nemmeno per sbaglio, alcuna pretesa morale. Però, nonostante il tono, sempre esilarante e surreale (nel finale persino dissacrante) Blue Movie coglie perfettamente le deformazioni, i tic, le paranoie di un set e di un'intera produzione cinematografica.
Con un curioso gioco di riflessi, che è la struttura stessa del romanzo, Blue Movie imita il cinema che racconta la realtà (o quasi) che a sua volta è quello che è. Ed è questo il nocciolo della questione: Terry Southern ricostruisce anche (o forse, soprattutto) uno spaccato fedele di un periodo storico, quello a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta, pervaso da vistose deviazioni psichedeliche. Un momento che, tra l'altro, non ha avuto seguito e, leggendo Blue Movie, si capisce perché.

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