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Dreamland - Un reportage dall'Area 51

Phil Patton | Fanucci

un'area desertica e inospitale, che non esiste su nessuna carta. Un non luogo per eccellenza, che può esistere soltanto in qualche visione di Michael Heizer (uno scultore che per le sue opere usa la dinamite) o nelle canzoni dei Giant Sand o dei Thin White Rope.
L'area 51, ovvero Dreamland uno spazio grande come il Belgio nel Sudovest degli Stati Uniti, è una terra di nessuno nel bel mezzo della wilderness del deserto americano dove sono state sperimentate tutte le innovazioni belliche dell'industria militare americana.
Phil Patton s'inventa un reportage lineare, dettagliato e molto acuto che, partendo dalla base principale dell'osservazione ("Più ti trovi vicino alle cose, più è difficile vederle") attraversa obliquamente l'idea stessa di viaggio, di paesaggio, di America. Temi che altrove sono stati trattati con più romanticismo o con una vena letteraria sognante e che invece in Dreamland trovano una lucidissima, e spesso polemica, applicazione alla realtà. Come ha scritto Thomas Pynchon: "Dreamland è un racconto illuminante di sconfinamenti e rivelazioni, di avventure di viaggio e congegni militari degni di un tecnothriller, di ufologia e misteri militari, e soprattutto un audace resoconto della nostra storia durante la Guerra Fredda che supera quanto abbiamo visto, e che avremmo desiderato non vedere, nel pericoloso e visionario panorama dello spazio americano".
Un libro unico, importante e, per molti motivi, estremamente attuale.

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