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Un gioco da ragazzi

Ruggero Marinello | Selene edizioni

C'è stata una "lost generation" anche a Melegnano. Meno romantica e frivola di quella raccontata da Francis Scott Fitzgerald, perchè un gioco da ragazzi crudele e spietato l'ha disintegrata. In modo così brutale che è stato difficile, come racconta Ruggero Marinello, persino ricostruirne le tracce essenziali.

Così, alternando ricordi personali e dati storici, con un sottile filo conduttore ironico e metaforico, ma con una lucida consapevolezza, Un gioco da ragazzi offre suggestioni e memoria per tutte quelle persone la cui vita, tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Novanta, è stata travolta dalla droga e, per certi versi, anche dai conflitti politici.
Il luogo è una piccola città alle porte di Milano, Melegnano, e i protagonisti sono ragazzi normalissimi che si sono ritrovati nell'ombra, nella disperazione (e con loro, le famiglie e la città) ed è tutto troppo vero per restare indifferenti. Un documento toccante, ricco di storie vissute in prima persona e che, nelle intenzioni, vorrebbe servire da stimolo per non dimenticare. Perchè la lost generation di Melegnano, voleva in fondo quello che vogliono tutte le generazioni del mondo e nei tempi. Come direbbe Francis Scott Fizgerald "vorrebbero sentirsi parte di".

È un'esigenza innata e quasi scontata, ma che merita molta attenzione perchè, si ricorda in Un gioco da ragazzi, le vite bruciate, le famiglie travolte, il dolore e la isperazione, non sono niente in confronto a quello che manca, oggi, in termini di fantasia, di scelte, di coraggio, di volontà. un'assenza che pesa su tutta la città e su cui Un gioco da ragazzi apre uno squarcio, chiaro e trasparente: per non dimenticare.

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