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La sottile linea scura

Joe R. Lansdale | Einaudi

C'è qualcosa di misterioso e bizzarro nelle piccole città di provincia (del Texas e ovunque nel mondo). La gente nasce, lavora, si sposa e si paga il funerale con i risparmi di una vita. Eppure, appena dopo il crepuscolo, affiorano fantasmi e violenze, misteri e bugie e tutto un catalogo di eventi e epifanie a cui Stanley Mitchell, il giovane protagonista di La sottile linea scura, risponde, inizialmente, soltanto con una certa sorpresa: "Il mondo si stava proprio rivelando un posto strano, e io mi stavo trasformando in un ragazzino sempre più confuso". L'età che sta vivendo impone però trasformazioni, coraggio e avventura e ben presto Stanley Mitchell abbandona le sere passate ad ascoltare il primordiale rock'n'roll alla radio per industriarsi alla ricerca delle motivazioni e magari dei responsabili di alcune morti tanto oscure quanto feroci.
Circondato da un variegato assortimento di personaggi, primi fra tutti i componenti della sua famiglia, Stanley arriverà, in un finale cruento e rocambolesco a svelare l'intricata rete di ossessioni nascosta nel ventre della sua piccola città e scoprirà che il segreto del passaggio verso l'età cosiddetta adulta "sta tutto nel pensare che sei diventato grande, e poi accorgerti che non è vero". Proseguendo nel strada intrapresa con In fondo alla palude, Joe R. Lansdale si è lasciato alle spalle le crudeltà splatterpunk e ha saputo affrontare l'enigma del romanzo di formazione con leggerezza ma anche con inedita profondità. Bellissimo.

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