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I miracoli della vita

J.G.Ballard | Feltrinelli

J.G.Ballard, I miracoli della vita

 

 

Il sottotitolo dell'edizione originale era già abbastanza esplicativo: Shangai e Shepperton sono i due luoghi fondamentali della formazione e della vita di J.G. Ballard e il passaggio dal campo di internamento cinese alla periferia londinese (con la postilla del ritorno in visita a Shangai) contiene gli estremi e l'essenza stessa della sua esistenza. Legata con un filo doppio e contorto al mondo dell'infanzia. A Shangai, perché "tutto era possibile, e si poteva vendere e comprare qualsiasi cosa. In un certo senso, si potrebbe dire che era un set cinematografico, ma a quel tempo a me pareva reale, e io credo che una buona parte della mia narrativa sia stata un tentativo di evocare quell'atmosfera in un modo diverso dal semplice ricordo". A Shepperton, dove J.G. Ballard ha vissuto tutto il resto della sua vita perché, dopo l'improvvisa morte della moglie, si è ritrovato a fare da mamma e da papà ai suoi tre figli. l'autobiografia qui incrocia con una certa frequenza la storia dell'impero del sole (anche se J.G. Ballard diffida poi delle immagini cinematografiche perché "il mondo del cinema è uno sgargiante palloncino tenuto in aria dall'entusiasmo, da una sicurezza di sé eccessiva e ridicola, e da tutti i sogni che il denaro può comprare") per poi dedicarsi, comunque in modo più breve e sintetico (ma non per questo meno lucido) ai passaggi fondamentali della carriera dello scrittore: la preparazione scientifica, il nuovo approccio alla fantascienza, le amicizie con Michael Moorcock e Kingsley Amis, il mondo dell'editoria londinese, le letture e il tran tran quotidiano inseguendo i miraggi della scrittura, che era e resta un miracolo più complicato di quelli della vita.  

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