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Pop

Pat Hackett, Andy Warhol | Meridiano Zero

Pop

Pop racconta essenzialmente una città, New York (per non dire un quartiere)
che, nella visione di Andy Warhol e della Factory, ovvero la sua base di partenza, era una specie di microcosmo, distante anni luce dalla realtà. Una visione simbolica che rende piuttosto bene l'ideale della cultura pop secondo Andy Warhol: quello di un flusso in movimento, senza distinzione tra le diverse forme d'espressione, con un'attenzione particolare alla percezione della vita quotidiana e alla trasformazione di segnali in simboli e viceversa. Pop, grazie al racconto in prima persona, mediato appena dagli interventi di Pat Hackett, ricostruisce passo dopo passo gli anni fondamentali dell'ascesa di Andy Warhol, della Factory, dei Velvet Undeground. Dal suo punto di vista, era tutto creatività e movimento, stimoli ed innovazione, e non c'è dubbio che ci sia molto di vero quando dice: "Dare un'etichetta a qualcosa significa fare un passo decisivo, perché non si può più tornare indietro, non si può più tornare a vedere quella cosa senza la sua etichetta. Quello che vedevamo era il futuro, e lo sapevamo". Con Pop Andy Warhol traccia una sintesi chiarissima dell'idea pop che "in fondo, era che chiunque potesse fare qualsiasi cosa, sicché naturalmente stavamo tutti tentando di fare di tutto. Nessuno voleva rimanere in una categoria, volevamo tutti estendere l'attività verso ogni possibile cosa creativa". Una vera e propria rivoluzione.

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