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Fuori Fuoco

Maddalena Oliva | Odoya

Maddalena Oliva, Fuori Fuoco
 

 

 

La rappresentazione della guerra è sempre stata importante quanto la guerra e la leggenda delle Termopili basta e avanza a ricordare quanto possa servire un mito, tanto nella sconfitta quanto nella vittoria. Già dall'efficace titolo, Fuori fuoco cerca, non senza un certo equilibrio e persino riuscendo a far scorrere concetti piuttosto complessi, a spiegare come la "gestione dell'orrore" sia diventata organica alla guerra stessa. Censura, disinformazione, effetti speciali, un rapporto biunivoco con la televisione e il cinema hanno contribuito a spostare i contorni della guerra, a renderli indefiniti, non solo cambiando il racconto della guerra, ma persino le modalità stesse degli interventi bellici. Come meglio spiega Federico Montanari, citato a proposito da Maddalena Oliva: "Non si è trattato più di non mostrare la guerra, ma di saturarne i teleschermi e l'informazione con troppe immagini: sporche, colorate, abbastanza mosse da creare un buon effetto di realtà". Maddalena Oliva riesce a identificare la guerra e le sue rappresentazioni in modo esauriente e anche abbastanza chiaro (vista la natura della materia che a volte è estremamente tecnica, altrimenti è molto sfuggente) allineando in modo coerente l'analisi storica e politica con quella più specifica legata ai mezzi di comunicazione e alla loro interazione con la guerra e il suo racconto.  

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