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Crocodile Rock

Carl Hiaasen | Meridiano Zero

Carl Hiaaen, Crocodile Rock

Scrivere necrologi tutti i santi giorni forse non è il punto più basso del giornalismo, ma non è nemmeno l'occasione per dare una svolta positiva alla carriera. Un eufemismo per dire che è un vicolo chiuso, se non proprio un capolinea: Jack Tagger, il protagonista di Crocodile Rock, ci è arrivato perché da buon perdente è innamorato della verità, una rarità che è molto scomoda in quello "squallido gioco di interessi che non ha nulla a che fare con l'onesta pratica del giornalismo". Le sue parole dipingono bene il paesaggio umano che lo ricorda e che lo insegue perché il caso vuole che debba scrivere il "coccodrillo" (così, in gergo, i necrologi) di James Bradley Stomarti alias Jimmy Stoma, cantante e già leader degli Slut Puppies. Da lì, Carl Hiaasen imbastisce un noir frizzante e colorito, con molte sfumature (a tratti persino rosa), e non ultima una pungente ironia di fondo. La fine tragica di una rock'n'roll star, da cui si dipana la storia, è soltanto uno dei cliché dello stardom system che Carl Hiaasen assembla: c'è il comeback di Jimmy Stoma (impedito poi dagli eventi) e il un lost album, la canzone magica (ovvero un hit) e molto altro ancora, a dimostrazione di una dimestichezza con un vocabolario che solo in apparenza è superficiale, perché se non altro bisogna saper distinguere tra Black Crowes e Counting Crows. Attorno a lui un nugolo di personaggi femminili: una rete di donne che bilancia il primato cinico e spietato di Cleo Rio e che aiuta Jack Tagger a sciogliere l'ingarbugliato enigma e a ritrovare quelle due o tre cose che servono veramente nella vita e che né la fama né l'ambizione possono supplire. Da leggere senza esitazioni, con il sorriso sulle labbra e un disco di Warren Zevon come colonna sonora.

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