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Krautrocksampler

Julian Cope | Lain

Julian Cope ha colto, con questa Guida Personale Alla Grande Musica Cosmica (è esattamente il titolo a dire così), lo spirito, l'urgenza e persino la necessità di una generazione e di una nazione d'inventarsi un proprio sound, argomento quest'ultimo che dovrebbe importare a chiunque abbia un minimo di sensibilità per la cultura (musicale e non solo). Molti dei cliché, delle forme e delle contraddizioni, ma anche delle storie della musica tedesca degli anni Settanta riflettono quelle del rock'n'roll tout court. Si parte con uno spirito e una passione e si finisce per la forza del mercato, e va sempre così. Julian Cope riesce a leggere benissimo la genesi e gli istinti primordiali della Grande Musica Cosmica: "Nell'anima dei giovani tedeschi del dopoguerra c'era un fuoco da non spegnere, su cui non soffiare né gettare benzina: quel fuoco andava solo lasciato bruciare. E bruciò. Con un'intensità che, fosse divampato in Gran Bretagna o in America, avrebbe cambiato il tessuto dell'Occidente intero. Non fu così, perché quella non era la sua natura. Quello che ci resta è invece l'eredità dei coraggiosi tedeschi che fuggivano a passo di danza dal proprio passato recente". La musica diventa un deterrente e se non è necessario condividere l'elegia di Julian Cope, si può benissimo apprezzare quell'innocenza, quella genuinità e quella cruda coerenza che sembra aver scoperto nei meandri della Grande Musica Cosmica.

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