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Ovunque e al mio fianco

Paolo Cioni | Feltrinelli

Un road movie ambientato in Spagna, una strana e pericolosa comitiva in fuga, una dark lady nel corpo (magro) di un ragazza, un fotografo (italiano) e un fratello volitivo, molte notti rutilanti e qualche alba minacciosa: Ovunque e al mio fianco è un caso un po' a parte nella narrativa italiana, una lunga ballata dolente che, mascherandosi da noir e godendosi una colonna sonora tutta rock'n'roll (Elvis, qui dentro, è qualcosa di più di un fantasma e certe atmosfere ricordano, peraltro citatissimo, il mood amarognolo delle canzoni di Neil Young) racconta il disorientamento, la voglia di fuggire, di trasformarsi e poi il ritrovarsi in un vicolo cieco anche se è un'autostrada lunga mille chilometri almeno. In tutto questo, l'unica certezza è proprio Zas: forse perché sa di essere on the wrong side of the road, prende tutte le decisioni ad una velocità tale che non c'è tempo per pensare se sono giuste o sbagliate anche perché le conseguenze non tarderanno a manifestarsi. Ma questa è la strada e Benedetto, lo spaesato protagonista di Ovunque e al mio fianco, si lascia trascinare dalla passione, dalla nostalgia, dagli eventi come se fosse giunto al termine di una lunga stagione della sua vita. L'insieme di episodi che seguendo Zas deve affrontare, spesso con un incedere rocambolesco e caotico, non impedisce infatti di notare in fondo alla ballata una nota crepuscolare e anche un po' malinconica, come tutte le passioni impossibili.

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