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Belushi

Judith Belushi Pisano e Tanner Colby | Rizzoli

 

   

A venticinque anni dalla scomparsa, il genio e la follia di John Belushi vengono finalmente celebrati in modo adeguato, dopo l'acidula biografia di Bob Woodward ed il recente e sintetico riepilogo di Boo Williams. Belushi, curato in prima persona dalla moglie, è un ritratto molto informale, spesso frammentato tra dozzine di testimonianze, immagini e storie, ma che, forse proprio per la sua natura composita e caleidoscopica, rende perfettamente l'identikit dell'attore e il caos esistenziale di John Belushi. Dall'infanzia a Chicago attraverso l'apoteosi del Saturday Night Live, di Animal House e dei Blues Brothers fino all'intenso crepuscolo di Chiamami aquila e dei Vicini di casa, tutta la storia di John Belushi è raccontata in modo magari disordinato, però molto fedele al personaggio. L'affetto e la vicinanza di molti testimoni diretti non impediscono di scrutare attraverso le debolezze, le insicurezze e gli angoli oscuri della vita di John Belushi, non ultima la sua corsa finale verso l'ignoto. Ricchissimo l'apparato iconografico che riporta le inimitabili espressioni di Bluto Blutarski, Jake Blues e di tutte le altre interpretazioni di John Belushi. Molto utili anche le brevi appendici che prendono nota di tutti i film, le partecipazioni televisive, i dischi nonché il cast della vita di John Belushi che è stata una grande e travolgente film, a cui, dopo un milione di sghignazzi e sberleffi, è mancato solo l'happy end.

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