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Cecenia
Jacques Allaman | Fazi Editori
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Per raccontare quella che James Allaman definisce
già nel sottotitolo, "l'irresistibile ascesa di Vladimir Putin"
bisogna cominciare dal passaggio di consegne ovvero dal discorso
di fine secolo del suo stanco, compromesso e malato predecessore.
Ha detto Boris Eltsin nella fatidica notte del 31 dicembre 1999: "Vi
chiedo perdono per non aver realizzato i vostri sogni. E vorrei
ancora chiedervi perdono per non aver giustificato le vostre
speranze".
Due frasi che, senza alcuna modifica, potrebbero adattarsi a tutti
gli uomini politici del mondo, ma che suonano come un'investitura
profetica, e per niente felice, tutta dedicata a Vladimir Putin.
Un volto apparentemente nuovo che però James Allaman smaschera con
questo tagliente reportage che evidenzia e mette in luce non solo
il suo ambiguo curriculum, ma anche il complesso intreccio di
interessi che l'hanno portato a rinnovare le guerre in Cecenia.
L'accostamento tra una carriera politica (fin troppo brillante) e
la tragedia di due o tre popoli magari non è così immediata, ma
molte delle connessioni e delle suggestioni rilanciate da James
Allaman qualche dubbio l'alimentano davvero. Compresa
l'annotazione, questa sì poco discutibile, che davanti all'orrore
della guerra in Cecenia, sia l'Unione Europea che gli Stati Uniti
d'America poco si sono interrogati e per niente si sono mossi,
anche se quella è, come sempre, una sconfitta di tutti.