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Mr. Bean

Rowan Atkinson | Universal

La trasferta hollywoodiana di Mr. Bean si risolve in quella che il sottotitolo chiama, non senza qualche ragione, l’ultima catastrofe (in ordine di tempo, s’intende perché il personaggio è e resta imprevedibile). Dipendente della National Gallery senza speranza viene spedito a Los Angeles a rappresentare la veneranda istituzione. Lo ospita una famiglia piuttosto riluttante a comprendere le sue idiosincrasie e infatti Mr. Bean è protagonista di gag a raffica, spesso anche piuttosto grossolane, però sempre nel recinto del buon gusto. Memorabile la scena in cui, per via di uno starnuto, deturpa il quadro che è il nocciolo della questione di tutto il film. Un Mr. Bean più scatenato che mai combina un disastro di cui nemmeno lui riesce a farsene una ragione, e da lì in poi è una valanga (umana) di risate. Del resto nessuno chiede a queste moderne comiche di essere un momento di approfondimento: ad ognuno il suo ruolo e la comicità surreale di Mr. Bean, fatta di smorfie, mutismi e di gesti che più imbranati non si può, a tratti è davvero esilarante. Poi i limiti della trama e delle interpretazioni sono quelli che sono: Mr. Bean funziona soprattutto per la catena di colpi di scena che, senza soluzione di continuità, arriva fino alla sigla finale. Nel DVD, oltre alle scene tagliate, c’è un’intervista a Rowan Atkinson che racconta com’è Mr. Bean sul set.

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