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La Zona

Rodrigo Plà | Feltrinelli Le Nuvole

Nella bolgia infernale di Città del Messico esiste un’area intoccabile dove regna incontrastata la pace e la ricchezza. Il punto è che quel territorio, che coincide con la Zona del titolo, è circondato da muri, protezioni, videocamere e guardie armate. Un vero e proprio fortilizio dentro e nello stesso tempo estraneo alla metropoli e alla sua disperazione. Una linea di confine netta, visibile e crudele separa i due mondi finché una notte tre ragazzi saltano il muro e si cimentano in una rapina. Nell’azione, che è pericolosa e piena di incognite ovunque, figurarsi nella Zona, succede l’irreparabile e la sparuta e abbagliata pattuglia di fuorilegge diventa preda di una giustizia spicciola e spietata, ennesimo frutto devastato di un mondo dove sicurezza e paura coincidono. Se nella stragrande maggioranza della notte prevale il terrore, nelle pieghe di un incontro fortuito tra un’adolescente fuori Zona e uno prigioniero della Zona nasce un barlume di luce, se non proprio di speranza. Con La zona, il messicano Messicano, classe 1968, Rodrigo Plà già autore di alcuni corti esordisce con un lungometraggio premiato come migliore opera prima a Venezia e citato dalla critica al festival di Toronto del 2007. Con molte ragioni perché è un film livido, duro, difficile da digerire, ma certo che non lascia indifferenti e va a toccare i nervi scoperti delle nostre peggiori paure.

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