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La guerra di Charlie Wilson

Mike Nichols | Universal

L’Afghanistan, ma trent’anni fa, quando le truppe di occupazione erano quelle sovietiche e a combatterle erano i mujaheddin finanziati dagli Stati Uniti d’America. Un terreno di battaglia per una guerra “calda᾿ dentro quella “fredda᾿ che il senatore democratico Charlie Wilson, spinto dalle sue amicizie politiche (ramificate fin dentro alla CIA), decide di sostenere con tutta la sua forza. Basato sulle vere vicende che portarono alla fornitura dei mujaheddin dei micidiali lanciamissili Stinger, con cui tolsero la supremazia dell’aria alle forze d’invasione sovietica, il film, utilizzando come base di riferimento il romanzo di George Crile, ricostruisce in maniera piuttosto fedele quegli eventi storici. La rappresentazione cinematografica predilige, come è ovvio e necessario, l’attenzione ai personaggi: Charlie Wilson che, con il volto di Tom Hanks ispira un’innata simpatia, è l’americano buontempone, tutto whisky e piscina, che si scopre forte e patriota; Joanne Herring, la sua principale finanziatrice (interpretata da una volitiva Julia Roberts) è una donna che non si fa scrupoli per vincere la sua guerra; e, infine, Gust Avrakotos è il rissoso agente della CIA che diventerà l’asso nella manica per le operazioni in Afghanistan. Nel personaggio eccelle Philip Seymour Hoffman, particolarmente ispirato. Un bel film, che fa pensare perché nell’Afghanistan di oggi ci sono molte radici di quello di trent’anni fa.

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