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007 - Quantumn of Solace

Marc Forster | Sony Pictures

Anche la ventiduesima puntata dell’infinita saga dell’agente di sua maestà James Bond risente delle mutate condizioni geopolitiche del pianeta: i nemici possono essere ovunque e trasformarsi in alleati, quando è necessario, ma sono soprattutto gli oggetti del desiderio ad essere cambiati. Qui è una riserva d’acqua nascosta sotto il deserto della Bolivia che sollecita una complessa rete internazionale di malandrini che, neanche a dirlo, vorrebbero James Bond morto almeno quanto lui vorrebbe loro ridotti all’innocuità (in un modo o nell’altro, i metodi ormai sono ben noti). A partire dal clamoroso inseguimento iniziale sulle strade toscane e dentro il palio di Siena fino all’esplosivo finale (va da sé), James Bond non si concede un attimo di respiro e intreccia alla sua inedita lotta ecologica e politically correct il ricorso all’ira e alla vendetta che legano questo episodio al precedente, Casino Royale. Ottima la regia di Marc Forster, molto abile nell’alternare i momenti di dialogo (non molti in realtà) utili a comprendere il senso (nel caso ce ne fosse uno) dell’intrigo alle scariche di adrenalina di inseguimenti, sparatorie, corpo a corpo (non solo nella lotta, si sa) che fanno parte del consolidato repertorio di 007. Nel cast, ricco di presenze italiane, va ricordata la presenza di Giancarlo Giannini, in un ruolo piuttosto malinconico per un film d’azione.

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