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Felici i felici
Yasmina Reza (Adelphi)


La recentissima attribuzione del premio Malaparte a Capri (uno dei riconoscimenti più prestigiosi per autori letterari internazionali in Italia, fondato nel 1938 da Moravia e rinato una decina di anni, presieduto ora dal novantanovenne Raffaele la Capria) a Yasmina Reza può essere una buona scusa per riprendere in mano questo straordinario libretto che Adelphi ha ristampato nella sua collana “economica”.


Yasmina Reza (francese, ma di padre iraniano e madre ungherese) non si è mai considerata una scrittrice in senso pieno. Attrice agli inizi, si è poi messa a scrivere pièces teatrali, sceneggiature e (anche) opere di narrativa. Dalla sua opera teatrale “Il dio del massacri” Roman Polanski ha tratto il film “Carnage” che l’ha fatta conoscere ai più.

In tutte le sue opere brilla una intelligenza feroce, a volte spietata, un lavoro da entomologa del comportamento umano che mette a nudo, dietro le convenzioni e le autorappresentazioni morali, le nevrosi, le miserie,le menzogne e le autodifese della vita quotidiana. Il suo è uno sguardo divertente e tragico, ma mai giudicante. Fa sorridere ma non c’è ironia o intento satireggiante da un punto di vista superiore, anzi, è uno sguardo di comprensione e compassione dispiegato in diciotto ritratti di vita ordinaria, ognuno dedicato ad un personaggio, che risultano intrecciati in vario modo tra di loro: una sequenza di flussi di coscienza di mariti, di mogli, di amici, di amanti modesti, di figli perduti e padri morenti che alla fine ci rende più aperti e tolleranti verso le piccolezze e gli aneliti alla felicità di noi poveri umani, squarciando il velo delle apparenze e delle ipocrisie.

Ognuno di noi si ritroverà di sicuro in uno di questi pensieri o situazioni, imparando quindi lucidamente a ridere di noi stessi e del carattere provvisorio e momentaneo della nostra felicità, alla cui ricerca però costruiamo una strada lastricata di dolori, menzogne, silenzi e risentimenti.


Yasmina Reza
Felici i felici
traduzione di Maurizia Balmelli
Adelphi 2019, pp. 163