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Bosch e un altro Rinascimento


La pittura di Bosch si affida completamente al dettaglio. Negli angoli dei sui quadri e sui fuochi laterali si affestalla un florilegio di scene e creature inquietanti, diavoli, mutilazioni, esseri deformi e punizione mostruose. Purtroppo questo aspetto che reclamerebbe attenzione paziente e distanza ravvicinata dalle opere non può essere apprezzato completamente in una mostra così affollata come quella di Palazzo Reale. Ma la forza di uno sguardo disturbante sull'orrore e la deprazione della condizione umana segnata dal peccato emerge comunque anche in condizioni di visione non ottimali. Bosch dischiude un mondo basato sull'onirico e sull'irrazionale, sul grottesco e sul mostruoso che, affondando le sue radici nel medioevo e nel magico, poco ha a che fare con il culto della bellezza ideale di stampo tosco-romano ma che sempre ha affascinato i grandi artisti (volete vedere un precursoredelle fantasie boschiane? Nella Cappella degli Scrovegni a Padova, nella parete dedicata al Giudizio Universale la scena dipinta dell'inferno e dello strazio a cui sono sottoposti i peccatori da diavoli mostruosi non possono che folgorare i conoscitori dell'opera di Bosch)
E se le opere di Bosch non sono molte (non è una mostra monografica convenzionale, anche la sua presenza è tematica), molto ricco è invece il rimando ad artisti che del mondo immaginifico di creature fantastiche, mostri e diavoli, di incendi e mutilazioni fanno tema centrale di controcanto al Rinascimento dell'equilibrio e dell'eleganza classicista, accostando quadri, arazzi, incisioni e libri di provenienza non solo fiamminga ma italiana e spagnola (da Leonardo da Vinci a Dante a Marcantonio Raimondo a Duhrer e a El Greco per citarne solo alcuni).