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Il complotto contro l'America (serie TV su Rai3 e Raiplay)


Su Rai3 e su RaiPlay (sito o app) è approdata in chiaro la serie TV (uscita nel 2020 e inizialmente visibile in Italia sui canali Sky a pagamento) "Il complotto contro l'America". Primo elemento di forza: la miniserie è basata su un bellissimo libro (con evidenti agganci autobiografici) di Philip Roth uscito nel 2004. Secondo elemento: la serie è curata da David Simon e Ed Burns, gli stessi che hanno prodotto "The Wire", una delle serie più acclamate degli anni 2000, vera prietra miliare della tv seriale.
Il romanzo di Roth utilizza il meccanismo ucronico (la costruzione di una storia alternativa, in cui gli eventi prendono una piega diversa da quelli effettivamente avvenuti) e immagina l'America degli '40 in cui, a fronte della avanzata in Europa delle armate naziste, le elezioni non vengono vinte da Roosvelt ma da Charles Lindbergh. Il popolarissimo eroe dell'aviazione qui diventa il candidato repubblicano che sulla base di una piattaforma non interventista e populista, fiancheggiando di fatto la Germania hitleriana di cui è intimamente simpatizzante, convoglia e sdogana le spinte suprematiste e antisemite presenti nella società americana,facendola prograssivamente scivolare verso il fascismo. Il punto di vista del racconto è quello di una famiglia ebraica del New Jersey (nella serie il racconto diventa più corale rispetto al libro dove il punto di vista narrativo privilegiato è quello di Philip, il figlio più piccolo dei Levin, chiaro alter ego di Philip Roth) che, chiusa nella sua bolla di un quartiere a maggioranza ebraica e progressista vede tra crescente orrore, complicità più o meno involontarie e senso d'impotenza la propria vita travolta dal corso della storia. E la cupa lentezza e claustrofobica ineluttabilità con cui le pulsioni violente e razziste emergono all'interno di una società che assiste attonita (per distrazione, insipienza o complicità interessata) allo sgretolamento della società e delle dinamiche interpersonali il pregio principale della serie. A dimostrare la lezione universale (al di là del diretto correlato con la vittoria di Trump alle elezioni americane) che il fascismo non è un fenomeno improvviso che si presenta nella storia, ma è il prodotto di una lenta fascinazione, complicità o indifferenza verso le pulsioni razziste e reazionarie presenti anche in una società solo superficialmente basata sulla convivenza civile e sulla democrazie.
Un affresco corale che trova sostanza in una sceneggiatura magistrale e una ricostruzione scenografica perfetta, oltre che in una interpretazione intensa dell'intero cast (dagli attori più affermati come John Turturro e Winona Ryder fino ai giovani attori che interpretano i figli della famiglia Levin).