Il progetto di questo film ha impegnato Luc Besson per più di 9 anni. Forse il risultato non valeva tutto questo sforzo. Tuttavia, Besson sa come confezionare un film, non rinuncia mai (nel bene e nel male) alle ascendenze fumettisitche, usa tecniche interessanti (godetevi le scene iniziali in cui immagini di documentari sulla vita animale vengono usate per sottolineare il contesto emotivo delle scene e i ruoli delle persone) e alla fine il risultato è godibile.

L’assunto su cui si basa il film è pseudo-scientifico (che l’uomo usi solo il 10% del suo cervello è piu’ una leggenda metropolitana che una teoria supportata da prove, come Besson sa benissimo), ma del resto è solo una buona premessa per un film di fantascienza. E che cosa succederebbe se l’uomo fosse in grado (in questo caso grazie ad una nuova droga sintetica) di superare i suoi limiti è un argomento che lascia spazi infiniti di possibilità narrativa. Al di là di fornire alla protagonista poteri da super-eroina la parentela con gli X-men della Marvel è strettissima) la chiusura del cerchio evolutivo con il tocco delle dita tra Lucy (la protagonista oramai con il controllo del 100% delle sue potenzialità cerebrali) e Lucy (la “prima” donna dell’umanità, l’ominide più antico trovato nel 1974 nelle zone dell’Etiopia) danno al film qualche atmosfera da 2001 Odissea nello spazio e qualche spunto filosofico.

Certo parlare del capolavoro kubrickiano in relazione a questa pellicola è senza dubbio sacrilego, ma alla fine questa Nikita potenziata non risulta sgradevole, pur tra alti e bassi. Certo, bisogna ammettere che Besson ha usato un colpo basso: Scarlett Johansson che domina lo spazio e il tempo è in grado di far scendere l’uso del cervello del pubblico maschile ben al di sotto del 10% di utilizzo. Forse da questo, più che dalla qualità complessiva del film, deriva un giudizio benevolo e il buon successo di botteghino della pellicola.

Regia: Luc Besson
Sceneggiatura: Luc Besson
Cast:: Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Min-sik Choi