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Mia madre
Nanni Moretti


Spiace andate contro corrente (sport praticato molte volte superficialmente per posa... giusto per citare Moretti: “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?") ma il nuovo film di Moretti non è da includere tra quelli degni di nota di un regista che pure apprezziamo e che ha saputo raccontare pezzi di una generazione (soprattutto nella sua inadeguatezza al mondo) con impegno, autoironia e intelligenza.

Se già si era confrontato con il dolore di un evento ancor più assoluto e traumatico come la morte di un figlio ("La stanza del figlio" del 2001), lo aveva fatto con altra intensità e misura. Certo chiunque abbia vissuto la perdita di una madre non potrà non ritrovare echi del proprio dolore, del proprio smarrimento e della propria manchevolezza di fronte a questo evento. Inevitabilmente il film risulterà commovente ed emotivamente coinvolgente in certi suoi passaggi (la scena conclusiva del film ne è un esempio). Però la commistione con le riflessioni sul mestiere del cinema (la figlia Margherita Buy è una regista che sta girando un film "impegnato" sulla crisi di una azienda e sul destino degli operai) risulta buttata lì un po’ a caso, giusto per riempire.

Tanto più il film risulta efficace quanto più si sposta sul piano della realtà e si stacca dall’onirico cinematografico e dalla sua rappresentazione. Tutte le scene sulle indecisioni e nevrosi della regista circa il suo film (compreso lo stralunato personaggio di Turturro, di cui salviamo solo la fantastica scena del ballo alla festa della troupe) risultano piuttosto superficiali e alla fine insignificanti. Quasi una serie di scenette giustapposte piuttosto noiose o ridicole. Vien voglia di gridare come fa Turturro: “Voglio tornare alla realtà!”.

E’ un film stanco, alla fine, come ammette di essere stanco Nanni Moretti stesso. Al netto della empatia emotiva che suscita il dolore per la morte di una madre e per il ricordo del suo smarrimento finale, rimpiangiamo il Moretti lucido, tagliente e autoironico dei suoi film migliori. Con tutto il rispetto che dobbiamo portare alla sua stanchezza. E senza nulla togliere agli entusiasmi della critica e dell’establishment cinematografico (soprattutto francese) e di chi ha amato il film per i suoi aspetti commoventi.

Regia: Nanni Moretti

Sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Valia Snatella

Interpreti: Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti

Produzione: Italia, Francia, Germania

Anno: 2015