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Munch. Il grido interiore


Sono passati 80 anni dalla morte di Munch (1944) e la sua pittura rimane una delle più alte espressioni del dolore e dell'angoscia dell'esistenza umana. La sua vita è stata segnata da morti traumatiche fin dall'infanzia, da tormenti sentimentali e disagio psichico, La sua pittura si evolve dagli esordi naturalistici attraverso il contatto con l'impressionismo francese e la Secessione Berlinese, facendosi via via sempre più tragica. Sorretti da un uso drammatico del colore i suoi paesaggi sono stralunati e intrisi di sofferenza. I suoi uomini e donne diventano sempre più espressioni di angoscia, senza sguardo e senza espressione, più ectoplasmi segnati dallo spaesamento e dai tormenti che persone in carne ed ossa. Anche i suoi autoritratti sembrano essere un confronto con l'invecchiamento e la morte. Il forte erotismo delle sue figure femminili è sempre tormentato e scarnificatore. Uno scavo nelle profondità della psiche e del dolore che diventa messaggio universale sulla condizione umana. Un messaggio che evidentemente arriva ai cuori e alla mente di tutti, rendendolo perciò uno dei pittori più iconici della storia dell'arte.
Una delle mostre imperdibili del 2024.

Informazione e acquisto biglietti: https://www.palazzorealemilano.it/mostre/il-grido-interiore