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Il sol dell'avvenire
Nanni Moretti


L'inizio e la fine del film (come viene creato il titolo di apertura e l'ironica epigrafe finale sul trionfo del socialismo), da soli, valgono il prezzo del biglietto. E nella sua versione personale dell'"8 e 1/2" felliniano Nanni Moretti, in un gioco di autocitazioni dai suoi film giovanili, fa un film sulle sue passioni di sempre: il cinema, l'amore, la sinistra, i suoi principi e le sue idiosincrasie, in cui tutto rimane un pò uguale ma tutto è irrimediabilmente diverso. Un film sull'amore e sulla morte (come viene detto del film nel film che il protagonista sta girando), sulle crisi, sullo slittamento di un mondo in cui ti senti sempre più fuori posto ma in cui cerchi di far valere ancora i tuoi principi e le tue idiosincrasie, addolcito solo dalla indulgente e talvolta rassegnata accettazione dei tuoi difetti e dei cambiamenti che pur ti rendono estraneo e inadeguato. E come sempre ognuno ritrova in questo specchio qualcosa di se stesso, nella confusione, nel riso e nel pianto. E questo ci rende caro Nanni Moretti