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Dunkirk
Christopher Nolan


Non c’è molta storia (nel senso di trama) in questo film di Christopher Nolan. Ci sono delle storie individuali che vengono annegate nel grande affresco cinematografico, giocate sui diversi punti di vista e sui piani temporali che talvolta si intrecciano, riprendendo un po’ le ossessioni sulla non linearità del tempo che tanto sono state usate ed esplorate nei film precedenti del regista. Non c’è neanche molta Storia (con la S maiuscola). Non c’è una ricostruzione accurata di quanto successo nel 1940 (nonostante Nolan abbia messo una cura maniacale nei dettagli: l’attore Harry Styles ha raccontato che il primo giorno di riprese è stato ripreso duramente dal regista per essersi allacciato gli scarponi in modo diverso da come usavano realmente i soldati inglesi del tempo), quando l’evacuazione dell’esercito inglese dalla Francia ormai occupata dai nazisti divenne un evento epico e corale che coinvolse una nazione intera (qui si vedono una quindicina di barche “civili” che arrivano sulle spiagge francesi rispondendo all’appello nazionale per portare via le centinaia di migliaia di soldati in rotta. In realtà sono state molte centinaia quelle che si sono messe in mare in spregio al pericolo tremendo).
Il pregio principale di questo film è che Nolan non “racconta” un evento, ma prende lo spettatore e letteralmente lo scaraventa dentro l’evento. E lo immerge con tutti i sensi nei pericoli, nella morte, nella paura e nella adrenalina della situazione (in questo mirabilmente aiutato dal commento sonoro di Hans Zimmer che mischia musica, suoni, rumori in un tessuto realistico e avvolgente). E certo, se volete, c’è un messaggio in questo film, ed è la luce che, pur nella situazione di pericolo estremo e nella lotta per la sopravvivenza che fa regredire l’uomo ai suoi istinti più animali, proviene dalla scelta deliberata di cercare di “fare il meglio possibile”, di fare cio’ che è giusto (e che fa perdonare i per fortuna contenuti scivolamenti verso la retorica). Ma la cosa che fa di questo film un capolavoro assoluto è che qui siamo di fronte (o forse meglio “dentro”) al “Cinema” nel suo stato più puro, nella sua implacabile capacità di schiacciare con la potenza delle emozioni lo spettatore sulla sedia.

PS: Se volete un accenno a cosa è successo veramente a Dunquerke (Dunkirk è il nome inglese della località francese) http://www.ilpost.it/2017/08/31/dunkirk-vera-storia/ . Se volete uno spunto forzato ma interessante, https://www.wumingfoundation.com/giap/2017/09/dunkirk/, con parallelismo tra le fila dei soldati inglesi sconfitti che sfuggono alla morte e quelle dei migranti che cercano scampo da guerra e fame. Un punto di vista diverso (accecato dall’ideologia tanto da rischiare il ridicolo) è quello di Fofi su Internazionale: https://www.internazionale.it/opinione/goffredo-fofi/2017/09/08/dunkirk-nolan-recensione

Regia: Christopher Nolan

Fotografia: Hoyte Van Hoytema

Musica: Hans Zimmer

Attori: Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Jack Lowden, Harry Styles, Kenneth Branagh

Produzione: Usa, Gran Bretagna, Francia - 2017