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I padroni di Internet

Jack Goldsmith, Tim Wu | RGB

Fin dalla sua prima e rudimentale apparizione, la rete di connessioni di Internet ha aperto un'infinita falla nelle legislazioni territoriali e spesso e volentieri anche nell'identità stessa del diritto dei singoli stati. Sovranazionale e globale per sua stessa definizione (il world wide web dei domini dovrebbe bastare a suggerire una riflessione, in questo senso) la rete non ha soltanto messo in discussione la tradizionale organizzazione dei confini e delle frontiere, ma, in un certo senso anche la struttura della storia e del pensiero, perché come si legge nella prefazione, "l'età di Internet è caratterizzata dall'incessante ricerca della cosa nuova, sempre più nuova. La nostra storia, al contrario, riguarda le cose vecchie, la perdurante rilevanza del territorio e della costrizione fisica, gli antichi principi che governano le legislazioni e la politica all'interno delle varie nazioni, la cooperazione e i conflitti reciproci a cui vanno incontro. Il governo territoriale è un elemento persistente della storia umana che contraddistingue l'intera umanità nella sua diversità, consentendogli altresì di prosperare". Jack Goldsmith e Tim Wu, usando con cura una mezza dozzina di case history estremamente dettagliati raccontano quella che nel sottotitolo viene saggiamente descritta come "l'illusione di un mondo senza confini" perché una geografia costruita su secoli di status quo è in grado di resistere o sminuire anche la più pericolosa delle innovazioni.

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